Ebrei 9:6

Versetti 6-10

L'apostolo prosegue parlando dei servizi dell'Antico Testamento. Cristo, essendosi impegnato a essere il nostro Sommo Sacerdote, non poteva entrare in cielo finché non avesse versato il suo sangue per noi; e nessuno di noi può entrare, né alla presenza benevola di Dio qui, né alla sua gloriosa presenza nell'aldilà, se non grazie al sangue di Gesù. I peccati sono errori, grandi errori, sia nel giudizio che nella pratica; e chi può capire tutti i suoi errori? Lasciano la colpa sulla coscienza, che non può essere lavata se non dal sangue di Cristo. Dobbiamo invocare questo sangue sulla terra, mentre Lui lo invoca per noi in cielo. Alcuni credenti, sotto l'insegnamento divino, hanno visto qualcosa della via di accesso a Dio, della comunione con Lui e dell'ammissione in cielo attraverso il Redentore promesso, ma gli israeliti in generale non guardavano oltre le forme esteriori. Queste non potevano togliere la contaminazione o il dominio del peccato. Non potevano né estinguere i debiti, né risolvere i dubbi di colui che rendeva il servizio. I tempi del Vangelo sono, e dovrebbero essere, tempi di riforma, di luce più chiara su tutte le cose che è necessario conoscere, e di maggiore amore, che ci porta a non portare male a nessuno, ma bene a tutti. Nel Vangelo abbiamo una maggiore libertà, sia di spirito che di parola, e maggiori obblighi a una vita più santa.

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